il fuoco della Passione..!

La luna era alta, il vento un sussurro, il mare una placida tavola, un uomo dal passo sicuro camminava incontro alla mistica Grotta del Fuoco, per rivolgere una domanda alla sacra vestale, custodita nelle sue oscure profondità, e quando nel passo vi fu giunto disse: Parlami del tuo essere donna, sacra vestale.
Una voce lontana si aprì di luce attraverso il buio intenso della grotta, dicendo: Tu uomo sei il primo che rivolge questo dire, a chi di se non mostra forma. Di te molto ho sentito dire, Sacra Vestale, ma del tuo essere donna non trovo traccia in nessun dove. La vestale era ben disposta nei confronti di quel uomo che aveva cercato oltre il suo mostrare: Quanto donna dovrebbe essere il mio essere, per accendere in te il fuoco della passione?
Non accende fuoco chi non possiede fiamma, - disse l’uomo - e tu sacra vestale possiedi fuoco? Ma a domanda non giunse risposta, bensì altra domanda. E tu uomo hai in te la miccia pregna? Non basta che donna possieda fuoco per accendere uomo, se tu fossi arido deserto, il mio fuoco non farebbe che riarderti. Provami! Disse l’uomo con arroganza. Dalla Grotta del Fuoco, ne uscì una donna avvolta da un velo, e la luce della luna la illuminò mettendo in luce le sue sinuose forme. L’uomo nel vederla fu colto da un inteso spasimo che lo fece cadere in ginocchio di fronte alla sacra vestale.
La donna lo guardò con ammirazione, dicendo: Tu uomo possiedi miccia pregna.
E fu così che la donna si svelò restando nuda al cospetto dell’uomo, il quale prese a guardarla percorrendo ogni centimetro del suo essere, indugiando nel languido mare dei suoi occhi, e nelle profondità cristalline di quello sguardo vi trovò la più ardente delle passioni. L’uomo allungò la mano per toccarla, e bruciandosi al fuoco della donna ritrasse la mano deluso. Uomo il fuoco non si tocca con mano, il fuoco si tocca solo con altro fuoco. Disse la vestale ammonendolo. L’uomo acceso da quel breve contatto diede fuoco alla sua miccia, bruciando dello stesso fuoco della donna, e nel sollevarsi in piedi allargò le braccia per accoglierla. La donna colse il suo intenso ardore, lasciandosi avvolgere da quell’estatico abbraccio, e nel bruciare intonando la stessa canzone si accesero della stessa luce. Si narra che quella notte di luna piena, improvvisamente il mare si fosse agitato, e il vento da leggera brezza fosse divenuto violento tifone, mentre due amanti consumavano la loro ardente passione nel divenire uno parte dell’altro.
Il vento estasiato volle che quel fuoco non si spegnesse mai più, e sollevò i due amanti sino al cielo per conservarne eternamente l’ardore. Da quel giorno nelle notti di luna piena, quando il vento soffia impetuoso e le onde del mare sono alte e fragorose, se guarderai al cielo per “vedere”, una stella diversa si accenderà nei tuoi occhi, essa è lì a ricordare di quanto in alto la passione possa portare.